La società in cui viviamo ci impone dei ritmi sempre più serrati. Siamo sempre di corsa, tra mille impegni e spesso non abbiamo tempo per recuperare le energie. Siamo sottoposti a continue sollecitazioni e non è poi così strano andare incontro a dei periodi di forte stress. Il rischio di andare incontro a quella che gli esperti chiamano sindrome da burnout, purtroppo, è dietro l’angolo per molti.
Soprattutto quando non si riesce a trovare il modo di gestire in modo adeguato lo stress da lavoro.
Stress buono e stress cattivo
Bisogna partire dal presupposto che lo stress non è qualcosa di nocivo a prescindere. Infatti, secondo una definizione di Hans Seyle, primo a introdurre questo termine in ambito medico, lo stress è la risposta psicofisica dell’organismo a qualunque stimolo provenga dall’ambiente esterno. Il suo scopo è quello di consentire di adattarci, attivando le risorse necessarie a superare un problema o ad affrontare una sfida.
Pensiamo, per esempio, alla scossa di adrenalina che sentiamo prima di intraprendere un’attività, prima di un appuntamento con la persona che ci piace ma anche quell’emozione, a metà tra l’entusiasmo e la preoccupazione, che ci coglie quando scopriamo di aver ricevuto una promozione che ci dà soddisfazione e, allo stesso tempo, un carico di lavoro e responsabilità maggiore.
Tutte queste situazioni portano con sé un carico di stress che, però, è funzionale a dare il meglio di noi in termini di concentrazione, energie, attenzione per raggiungere un obiettivo.
In tutti questi casi parliamo di eustress, stress buono o anche stress positivo, un tipo di stress che allena la nostra capacità di adattamento psicofisica individuale e che è necessario alla vita.
Quando, però, lo stress è prolungato nel tempo, acuto, tanto da provocare uno stato di attivazione costante, allora può diventare deleterio. Questo tipo di stress è in grado di logorare le nostre difese e risorse psico-fisiche, portando all’esaurimento delle energie e causando una profonda sofferenza che si manifesta con sintomi quali ansia, panico, timore di perdere il controllo. In questo caso ci troviamo di fronte al distress, stress cattivo o stress negativo.
Cos’è il burnout?
Di fatto, quando siamo sottoposti a uno stress cronico e costante possiamo andare incontro al burnout, definito come la sindrome da esaurimento emotivo.
Il burnout, che significa letteralmente “bruciato, esaurito, fuso” è una sindrome professionale riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Solitamente interessa quelle categorie lavorative e occupazioni che implicano un forte coinvolgimento emotivo da parte del lavoratore. Sono particolarmente esposti a questa sindrome i professionisti dell’area sanitaria come medici, infermieri, anestesisti; chi lavora in ambito socio-assistenziale come gli assistenti sociali o gli operatori sociali; gli psicologi e psicoterapeuti ma anche gli insegnanti, i pompieri. Si tratta di coloro che svolgono Helping professions e che quindi instaurano una relazione di aiuto e sostegno in diversi campi, e che sono a contatto continuo con i bisogni e spesso con la sofferenza dell’altro.
Sintomi del burnout, lo stress da superlavoro
La sindrome da burnout può essere identificata attraverso una serie di segnali che rappresentano dei veri e propri campanelli d’allarme. Innanzitutto, evidenziamo una serie di manifestazioni comportamentali che hanno a che vedere con tre dimensioni principali:
- Il deterioramento nei confronti del proprio impegno professionale, con la tendenza a non volersi recare sul posto di lavoro
- Il venir meno delle emozioni quali entusiasmo e motivazione, originariamente connesse al proprio lavoro
- L’adattamento tra la persona e il lavoro
Ci sono poi alcuni sintomi fisici che possono essere connessi alla sindrome da burnout. In alcuni casi si tratta di disturbi psicosomatici quali mal di testa, disturbi della pelle, disturbi gastrointestinali, tensione muscolare, affaticamento cronico ai quali si affiancano anche inappetenza o alimentazione disordinata, insonnia.
Vi sono poi sintomi di tipo psicologico:
- Ansia e attacchi di panico
- Sensazione di fallimento
- Perdita di fiducia nelle proprie capacità
- Distacco, disinteresse o insoddisfazione rispetto al lavoro svolto
- Isolamento e chiusura
- Note depressive
- Declino delle prestazioni lavorative
Prevenire il burnout e imparare a gestire lo stress da lavoro
Prevenire il burnout è possibile. Innanzitutto, è importante avere consapevolezza di sé e degli stati emotivi, riconoscendo quelle emozioni che ci ostacolano nelle relazioni e creano conflitti. Inoltre è importante allenarsi a rinforzare la propria capacità creativa nella gestione del cambiamento, la tolleranza alle frustrazioni, in modo da riuscire a mantenere l’equilibrio.
Per imparare a prendersi cura di sé e a gestire lo stress che deriva dal proprio lavoro, potrebbe essere utile anche seguire un seminario dedicato alla gestione dello stress, come quelli organizzati dal dottor Manuel Marco Mancini, psicologo e life and business coach con studio a Roma Eur.